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Cronaca Montescudaio

Montescudaio, lavoratori del Salumificio Sandri in mobilitazione: "Situazione insostenibile"

Irregolarità nei contratti, cambi di appalti, minacce: a denunciare la condizione a cui sono sottoposti i lavoratori è il sindacato Usb

Sarà una giornata di mobilitazione quella di oggi per i lavoratori del Salumificio Sandri di Montescudaio, uno stabilimento che si occupa della preparazione e del confezionamento di carni per conto di alcuni marchi della grande distribuzione. Dopo uno sciopero recentemente organizzato, anche oggi 9 novembre i lavoratori hanno deciso di dire basta.

A denunciare la situazione presente nell'azienda è il sindacato Usb Livorno. "Il Salumificio Sandri è una società che, da visura camerale aggiornata, risulta essere 'impresa artigiana (sezione speciale)' con 33 dipendenti. Nella realtà, così come è indicato sul loro sito, nello stabilimento lavorano circa 160/180 addetti su diverse linee di produzione e confezionamento - spiegano dal sindacato - la stragrande maggioranza degli impiegati sono donne lavoratrici con anzianità anche decennale che hanno subito decine di cambi di appalto. Alcuni anni fa una cooperativa che ha assunto tutte le lavoratrici ha chiesto 10mila euro di quota sociale a testa, comprese le lavoratrici con contratto i pochi mesi. Uno degli ultimi soggetti titolari 'dell'appalto' non ha ancora versato il TFR".

"Il contratto nazionale applicato è quello multiservizi/pulizie quando nella realtà le mansioni svolte sono quelle di addette alla preparazione e al confezionamento della carne con l'utilizzo di macchinari e linee di produzione - proseguono da Usb - con questo sistema, appunto, ci sono dei lavoratori che prestano servizio all'interno della stabilimento che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato nonostante siano anche 4/5 anni che si trovano a svolgere le proprie mansioni, anche altamente specializzate, dentro al salumificio". 

"Recentemente le lavoratrici hanno deciso di dire basta a tutto questo. E' già stato organizzato un primo sciopero che ha visto una massiccia adesione e per la giornata di giovedì 9 novembre è prevista una nuova iniziativa di mobilitazione. Nell'impossibilità di contenere e gestire una situazione ormai insostenibile per i lavoratori e le lavoratrici si è quindi passati alle minacce - denunciano dal sindacato - nella giornata di mercoledì 8 novembre la società ha fatto circolare un volantino in cui si avvisano i lavoratori che lo sciopero è 'illegittimo' e verranno chiesti eventualmente i danni. Pura follia. Parliamo di un salumificio non certo un ospedale o una RSA. Parliamo di una società che, sulla carta, eroga servizi quando in realtà occupa i propri dipendenti nella produzione industriale".

Da Usb sottolineano di aver chiesto di "sedersi ad un tavolo e iniziare un percorso per 'mettere in regola' i rapporti di lavoro". L'obiettivo è l'applicazione del giusto contratto nazionale (industria alimentare) e l'internalizzazione con la richiesta di aumenti salariali per tutti.
"La committenza ha deciso di chiudere al dialogo, prendendo tempo, nella speranza che tutto rimanga come prima - rendono noto da Usb Livorno - dal canto nostro ci chiediamo. Ma gli enti preposti, le istituzioni locali, l'ispettorato, dov'erano finora? Possibile che questo sistema sia andato avanti per anni e anni senza che nessuno abbia mai mosso un dito?  Dei sindacati confederali ovviamente non ci meravigliamo. Hanno sempre firmato ogni cambio appalto senza contestare niente".

Oggi dunque dalle 9 lavoratori con Usb saranno davanti ai cancelli del Salumificio Sandri: "Non ci faremo intimidire. Quello che vogliamo è solo il rispetto della legalità e dei diritti minimi".

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