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Maltrattamenti in psichiatria: Michele Radicchi denuncia, poi scompare

A quasi un anno dalla scomparsa di Michele Radicchi, dal Coordimento etico nazionale Caregivers ricordano l'impegno civile del ragazzo, ponendosi anche alcune domande su una sua denuncia all'Azienda Ospedaliera Pisana

Dopo il caso di Roberta Ragusa, un'altra misteriosa scomparsa nel pisano è quella di Michele Radicchi:  lo studente di medicina sparito da Pisa senza lasciare tracce, lo scorso 8 aprile 2012. Ormai è passato quasi un anno e dal Coordinamento etico nazionale Caregivers ricordano l'impegno civile dello studente, chiedendosi anche che fine abbia fatto la denuncia sui gravi maltrattamenti ai danni dei pazienti della clinica psichiatrica dell'Azienda Ospedaliera Pisana, che Radicchi aveva presentato alla Procura.

Portavoce della delicata questione è Gianfranco Mannini, presidente del Coordinamento etico dei Caregivers e candidato al parlamento con il Movimento 5 Stelle. Lo stesso Mannini chiederà alla Procura di Pisa gli opportuni chiarimenti sulla denuncia presentata da Radicchi.

"Radicchi è un giovane serio che è stato molto vicino al nostro Coordinamento etico nazionale Caregivers per la tutela dei diritti dei disabili e dei familiari che li assistono - afferma Gianfranco Mannini -  con la sua attenzione e precisione durante il periodo di degenza alla clinica Psichiatrica pisana osservò quanto accadeva nel corso della giornata ad alcuni pazienti, da parte di ben identificato personale sanitario. Quando è stato dimesso ha presentato alla Procura di Pisa una minuziosa denuncia, dove si riportano gravi maltrattamenti e violazioni, di cui ad oggi non sappiamo che esito abbia avuto".

"Ho intenzione di chiedere alla Procura di Pisa che fine ha fatto questa denuncia e quali risultati le indagini abbiano dato - prosegue Mannini - di sua iniziativa il ragazzo aveva presenziato attivamente ad una conferenza organizzata dalle Acli di Pisa nel 2008 con a tema, 'Legalità violata',  denunciando la grave situazione che dovevano sopportare all’interno del reparto Psichiatrico".

"Ho avuto modo di parlare con Michele nel 2011 - continua la ricostruzione di Gianfranco Mannini - durante la permanenza nell'aula dei testimoni presso il tribunale penale pisano, nel corso di un processo che ci riguardava da vicino. Michele non esitò a testimoniare la verità, quella che i suoi occhi avevano visto all'interno della Clinica, contribuendo insieme alla mia testimonianza a difendere degli innocenti ingiustamente accusati, indagati e processati. Grazie anche al suo impegno abbiamo ottenuto giustizia".

La testimonanianza di Gianfranco Mannini vuole sottolineare l'importanza di vagliare ogni possibile traccia, che possa ritornare utile nel conoscere la verità sul ragazzo.

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