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Domus Mazziniana riaperta con i volontari: "Milioni per il mattone, niente soldi per il lavoro intellettuale"

La gestione dei fondi per il recupero della Domus Mazziniana è al centro della critica di 'Una Città in Comune'. Secondo il gruppo c'è contraddittorietà fra i grandi lavori fatti e la valorizzazione del patrimonio demandata a personale non professionale

La riapertura della Domus Mazziniana è un "nuovo attacco ai professionisti della cultura" per 'Una Città in Comune'. Da gennaio riparte l'attività del museo, che sarà fruibile 3 volte la settimana grazie al lavoro dei volontari dell'associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani.

"Di nuovo il terzo settore - attacca 'Una Città in Comune' - utilizzato impropriamente a scapito delle competenze di bibliotecari, archivisti, storici, storici dell'arte, e stavolta non si potrà certo obiettare che mancano fondi e che questa è l'unica soluzione per tenere aperta la casa-museo, che una volta era un archivio e biblioteca".

Il gruppo ricostruisce che "nel 2010-2011 si sono spesi 2.400.000 euro per 'rinnovare' la Domus e trasformala in un museo virtuale, liberando i suoi spazi delle migliaia di lettere, documenti e parte dei 40mila volumi della sua collezione per far posto a schermi e installazioni multimediali. Una scelta discutibile, peggiorata dal fatto che dal 20 ottobre 2011 la Domus è rimasta aperta al pubblico solo alcune settimane. Bibliotecari e custodi sono una spesa, e così l'anno successivo il Ministero dell'Interno ha pensato di nominare Beltram Commissario e questi ha dovuto ammettere che dal 2012 la Scuola Normale paga un affitto annuo di 26mila euro per il deposito a Perignano di Lari del patrimonio librario e archivistico della Domus. Ma ancora non basta e Beltram oggi auspica 'l’aiuto del MiBACT, della Regione e del nostro prefetto' per rendere presto disponibile quel materiale".

Tanti soldi spesi per il recupero della struttura, nessuno per la sua valorizzazione professionale. "Oggi dunque - incalza Ucic - mancano i soldi e si fa ricorso ai volontari. Una vicenda priva di qualsiasi razionalità, anzitutto nella gestione dei fondi: alquanto disinvolta quando si tratta del mattone, senza mai un soldo quando si parla di lavoro intellettuale. E come se non bastasse la stampa riferisce di un servizio di visite guidate già attivo per scolaresche con percorsi a cura dell'Associazione CorreLaMente con il contributo della Fondazione Pisa. Visite guidate in un archivio-biblioteca, diventato museo, aperto da volenterosi volontari tre giorni la settimana. E' questa la nostra idea di gestione e valorizzazione del patrimonio?"

"Perché - conclude il gruppo - la Scuola Normale continua a formare e perfezionare storici, letterati e umanisti in genere che dovrebbero essere chiamati a svolgere o a dirigere quei lavori, se la Normale stessa svilisce quelle competenze delegandole ai volontari?".

Sul problema della gestione del patrimonio librario della città, ritenuto da Ucic "sempre meno fruibile dal pubblico e sempre più in pericolo come testimoniano le annose vicende della Biblioteca Universitaria, della Biblioteca Serantini, e più di recente la Biblioteca Provinciale", si terrà venerdì 18 dicembre alle ore 16:30 alla Sala Regia di Palazzo Gambacorti un incontro aperto al pubblico.

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