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Arena Garibaldi, i gruppi della Nord si fermano: "Fuori dalla curva fino a che non sarà aumentata la capienza"

Gli ultras nerazzurri a partire dalla sfida di sabato 27 gennaio non entreranno nel settore

"Non avremmo mai creduto che si sarebbe arrivati a questo punto, ma, alla luce di una situazione che riteniamo non risolvibile se non in modo radicale, siamo a comunicare la nostra decisione di non entrare più in Curva Nord a tempo indeterminato, finché non ci sarà un aumento della capienza della stessa e un maggior numero di biglietti a disposizione di tutti".

L'annuncio dei gruppi organizzati del settore intitolato a 'Maurizio Alberti' arriva a squarciare il velo di timido entusiasmo che aveva avvolto squadra e ambiente dopo la vittoria di Lecco: "Quando verrà comunicato che la capienza passerà dagli attuali posti a 'x' posti, soltanto in quel momento prenderemo in considerazione di tornare allo stadio per le partite casalinghe. Questo non è uno 'sciopero del tifo'. Saremo presenti in tutte le trasferte, eravamo a Lecco come a Catanzaro e saremo a Cosenza".

"Garantiremo alla squadra e alla maglia il massimo sostegno in tutti i modi possibili: in settimana, prima e dopo, agli allenamenti, nelle strade, in tutta Italia, ma, e lo diciamo da abbonati al Pisa Sporting Club, non entreremo più in questa Curva finché non cambierà una situazione che pian piano ha tolto a molti la voglia di andare alla partita a cuor leggero, come fosse una festa. Non ci divertiamo più".

Le motivazioni alla base della scelta sono ben chiare: "E’ uno sciopero 'dallo stadio'. Non vogliamo più vedere l’entrata allo stadio trattata come un problema di ordine pubblico. Non è mai stato un problema di ordine pubblico andare in Curva a Pisa, un luogo sicuro con famiglie, bambini piccoli ecc. Non lo è mai stato almeno fino all’avvento del nuovo questore. Ora sembra un film. Ragazzine e ragazzini presi in consegna e buttati fuori dalla Curva. Gente con l’abbonamento regolare che non riesce a entrare e torna a casa, altri cui viene verificato tutto meticolosamente con telefonate al G.O.S., richiesta di ricevute di pagamento, attese infinite. Partite viste dal 40' del primo tempo. E noi nel mezzo a cercare di mediare, o di gestire, e di tutelare chi è in regola e viene lasciato in strada".

"Con la corsa ad accaparrarsi i pochi biglietti che a tratti sì, a tratti no, appaiono in vendita. Con la corsa estiva all’abbonamento. Con la sperimentazione che ogni settimana sposta i controlli qui e là: ora arriveranno i palmari, poi chissà cosa, soluzioni anche giuste magari, non ci interessa, ma rivolte al problema sbagliato".

"Il nuovo problema della città di Pisa è evitare i 'portoghesi' allo stadio e questo ha portato alla demonizzazione anche di chi ha tutti i titoli per entrare allo stadio, come sempre quando parte una caccia alle streghe. Quindi, per cercare di ridurre i disagi causati dalle forze dell’ordine che si scatenano nella caccia all’irregolare, spuntano palmari, nuovi varchi, comunicati, riunioni ecc".

"Secondo noi, però, quel 'problema' è figlio del vero problema - sottolineano i gruppi organizzati - che la Curva Nord, pur essendo vuota, ha una capienza ridicola; i biglietti non si trovano e il 'sold-out' non è motivo di orgoglio perché è facile andare 'sold-out' se metti in vendita meno posti rispetto alla richiesta. E’ facile fare sold-out se allarghi la Nord verso la gradinata e con una spesa minore rendi possibile acquistare un abbonamento in Curva con una visuale uguale alla gradinata laterale. Quella 'rete' avrebbe dovuto essere provvisoria. Così, invece, gente che per anni è andata in gradinata, si è buttata nella mischia per strappare un abbonamento nella Nord".

"Sui giornali del 2007, nel giorno successivo alla promozione del Pisa in Serie B, c’era già il problema dello stadio come argomento principale. La nuova società, appena insediata, ha messo al centro del progetto lo stadio. Tutti ragionano di questo stadio, ma la Curva è sempre quella e la capienza è diminuita in modo ridicolo se si pensa a quanti posti ci sono effettivamente e a quanti sono messi in vendita".

"Ci ha fatto piacere che mister Aquilani abbia chiesto una bolgia per la partita con lo Spezia. Ma ci ha anche fatto sorridere perché la bolgia che intende lui non la potremmo fare lo stesso nemmeno entrando. Sono anni, a Pisa, che non c’è la bolgia. Tranne che per Pisa-Monza. Con quella partita si sono riempiti la bocca in tanti (non noi). Il popolo pisano! Come siamo belli! Ma ve lo siete chiesti, come abbiamo fatto a essere così belli? Chi e cosa c’erano dietro a quelle suggestive foto dall’alto che avete spalmato sui social?".

"Con la situazione di adesso, se l’entrata fosse stata gestita come adesso, lo stadio sarebbe stato vuoto. Anche per Pisa-Monza. E fuori probabilmente sarebbe successo il finimondo. In considerazione di tutto questo e di molto altro, siamo arrivati a un punto di rottura. Noi non ce la facciamo, per come siamo noi, per la storia che abbiamo, per come intendiamo la socialità allo stadio, a entrare da abbonati come nulla fosse e fare il tifo per la nostra squadra, e fuori succeda quel che succeda e chi non può venire stia a casa".

"Piuttosto che entrare in una Curva così e continuare a vivere una situazione che per noi è pesantissima (e pensate ad un Pisa più in alto in classifica), preferiamo uscire dal giochino e chiedere con forza una svolta vera. Ci vorrà il tempo che ci vorrà. Rientreremo quando tutti i tifosi del Pisa, compresi quelli giovani, che devono poter prendere passione come abbiamo fatto noi e tanti altri un tempo, avranno la possibilità di venire alla partita, in una Nord adeguata e sistemata".

"Non pretendiamo che la nostra decisione sia condivisa da tutti. Sappiamo che in molti chiederanno di entrare per stare vicini alla squadra. Speriamo almeno che chi ci conosce, o che ha vissuto con noi gli ultimi eventi, capisca quali motivazioni ci sono alla base. Non abbiamo volontà di danneggiare nessuno ma pensiamo sia il momento di passare dai discorsi ai fatti, in modo radicale".

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