rotate-mobile
Cronaca

Psichiatra uccisa, indagini per recuperare gli indumenti indossati dall'assassino

Ritrovate un paio di scarpe uguali a quelle utilizzate durante l'omicidio. Verranno analizzate per individuare tracce di dna del presunto assassino

Continuano senza sosta le indagini per fare luce sull'omicidio di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa all'ospedale Santa Chiara. Dopo il fermo dell’indiziato, Gianluca Paul Seung, disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa sulla scorta degli elementi di indagine raccolte dalla Polizia di Stato in appena 24 ore dal drammatico episodio, le indagini non si sono mai arrestate.

Sono stati conferiti oggi gli incarichi a consulenti e periti finalizzati allo svolgimento di analisi genetiche su diversi reperti che gli organi inquirenti ritengono connessi all'omicidio della dottoressa.
Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Pisa hanno infatti continuato a svolgere attività di indagine per individuare ulteriori elementi di prova a riscontro del già solido quadro indiziario raccolto. Sono state pattugliate, avvalendosi di elicotteri e droni, le possibili vie di fuga dell'autore dell'omicidio, allo scopo di ricercare l’arma del delitto, lo zaino e gli indumenti utilizzati per la commissione del fatto.

In particolare, con il contributo della Geofor Spa, sono stati sequestrati e controllati tutti i cassonetti collocati sulla via di fuga del presunto autore, allo scopo di verificarne il contenuto.
Per recuperare il contenuto di uno di questi, un cassonetto collocato in via Pietrasantina, all’altezza della pensilina dell’autobus prima dell’incrocio con via del Marmigliaio, che era già stato svuotato e che era destinato alla esclusiva raccolta del vestiario, è stato necessario sequestrare un intero container collocato in area doganale presso il porto di Livorno, contenente complessivamente 25 tonnellate di abbigliamento proveniente da varie province della Toscana, indumenti che sarebbero stati inviati in Tunisia il giorno successivo alla data del sequestro per le attività di recupero del materiale tessile.

Attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane dei Monopoli di Livorno e all’azienda RE.TEX Srl, proprietaria del container che si occupa del recupero del tessile nell’ambito di molte province della Toscana, è stato possibile, in esecuzione del decreto di sequestro disposto dalla Procura della Repubblica, far uscire il container, composto da oltre 60 imballi da 350 chili di vestiario ciascuno, dall’area doganale, riportarlo presso la sede dell’azienda titolare, allo scopo di sottoporlo all’esame del suo intero contenuto, capo per capo. Un'attività durata due giorni e che ha visto impegnati una dozzina di poliziotti della Squadra Mobile di Pisa e della Polizia scientifica.
Nel corso del controllo sono state recuperate in particolare scarpe da ginnastica di un noto marchio che, poste a confronto con quelle indossate dall’assassino, ricavabili dalle immagini estrapolate prima, durante e dopo le fasi del delitto, sono apparse identiche.

Le scarpe, insieme alle mascherine ritrovate nell’appartamento dell’indagato e alle ciabatte sequestrate nell’abitazione, che avrebbe portato con sé all’interno dello zaino che aveva in spalla allo scopo di indossarle una volta essersi disfatto di parte degli indumenti usati per commettere l’omicidio, verranno sottoposte ad analisi biologica allo scopo di riscontrare la presenza del dna della vittima. Verifiche saranno effettuate anche su una cartellina di documenti che, secondo quanto ricostruito sinora, l’indagato avrebbe custodito all’interno del suo zaino e portato con sé nelle fasi del delitto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Psichiatra uccisa, indagini per recuperare gli indumenti indossati dall'assassino

PisaToday è in caricamento