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Cronaca Pontedera

LETTORI | Festa della Vespa: "Se andava a Nusco...restava italiana"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Alessandro Tantussi

Le hanno fatto la festa.
Festa della Vespa, 70 anni della Vespa, viva la Vespa, tutti amano la Vespa.
Acqua tanta, discorsi tanti, di concreto nulla.

Il Comune e la Piaggio si parlano poco, e la Piaggio forse ‘un c’era, ma se c'era 'un sentiva, se n'è andata in Vietnam.
L’occupazione cala, l’indotto si dissolve lentamente.

Il simbolo del made in Italy, che negli anni ’60 mise le ruote agli italiani che uscivano dalla guerra, assume connotati asiatici. Forse bisognerebbe lanciare un modello con i fari a mandorla.

Ma non tutto è perduto, fiorisce infatti lo stabilimento di Vinh Phuc nei pressi di Hanoi, va bene quello di Baramati in India, altrettanto dicasi per la joint venture a  Foshan in Cina dove si trova anche il centro ricerche per i mercati asiatici. Lo studio delle tendenze stilistiche e lo sviluppo dei sistemi  di propulsione del futuro sono demandati al centro studi di Pasadena, in California.
Pontedera è diventato un centro smistamento merci, qui arrivano alcune produzioni estere da distribuire in Europa.

Una volta il primo cittadino di Pontedera si batté contro l'intenzione della Piaggio di andare a Nusco per il timore di perdere occupazione locale. Dopo una lunga trattativa, con scambi di proprietà immobiliari e concessioni per costruire nuovi stabilimenti, la Piaggio decise di non andare a Nusco.  Ma sul fatto che sia rimasta a Pontedera sorgono dubbi.

Una cosa è certa, i livelli occupazionali sono saltati comunque, obiettivo fallito, forse fu uno sbaglio.
Forse, chissà... non è escluso che la cara, vecchia Vespa si sia pentita.
Se andava a Nusco... restava italiana.

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