rotate-mobile
Cronaca

No al progetto su parità di genere nelle scuole: 300 docenti contro la decisione, soddisfazione dal comitato Difendiamo i nostri figli

Prosegue il dibattito sulla decisione del Consiglio comunale

Oltre 300 docenti degli istituti scolastici superiori e istituti comprensivi di Pisa e provincia contro la bocciatura del progetto ‘Azioni di parità per la provincia di Pisa’ avvenuta nella seduta del 25 ottobre del Consiglio comunale di Pisa. A firmare il documento per esprimere il proprio dissenso sono insegnanti di varie scuole: Liceo Russoli, Liceo Buonarroti, Liceo Dini, Liceo Carducci, Liceo Pesenti Cascina, Liceo XXV Aprile Pontedera, Istituto IIS Galilei - Pacinotti, Istituto Santoni, IPSAR Matteotti, Istituto Da Vinci-Fascetti, IISS Pesenti Cascina, Istituto Comprensivo Fucini, Istituto Comprensivo De Andrè Cascina, Istituto Comprensivo Galilei, Istituto Comprensivo Gamerra, Istituto Comprensivo Gereschi Pontasserchio, Istituto Comprensivo Toniolo.

"Il progetto - si legge in una nota dei docenti - è finalizzato alla prevenzione del bullismo, delle discriminazioni e della violenza di genere. La ragione di tale scelta risiederebbe nella considerazione che il diritto di educare al rispetto degli altri, compresa la riflessione sugli stereotipi e la violenza di genere, debba mantenersi a esclusivo appannaggio delle famiglie. Come comunità educante quale siamo, pensiamo che sia un fatto gravissimo, che contribuisce a rendere sempre più vulnerabili la scuola, gli studenti, gli insegnanti e che lede la libertà di insegnamento. In questo modo si attaccano saperi e competenze in tema di rispetto e di cultura della parità, insegnamenti cruciali per intervenire efficacemente in contrasto alla violenza e alla discriminazione: la nostra prima responsabilità educativa nei confronti di studenti e studentesse è curare il loro sviluppo come cittadini e cittadine consapevoli".

"In questo modo, invece, si attacca il senso alto dell’istruzione pubblica, costretta a rinunciare all’esercizio di fondamentali funzioni educative, prima fra tutte la prevenzione - concludono gli insegnanti - tutto ciò è, a nostro avviso, inaccettabile: la scelta del Consiglio comunale nega di fatto il senso stesso del nostro lavoro".

"Piena condivisione per la decisione del Consiglio comunale di Pisa e solidarietà al consigliere Francesco Niccolai che ne ha lucidamente spiegato i motivi, di non aderire al progetto di (ulteriore) penetrazione ideologica nella scuola attraverso un progetto educativo denominato 'Azioni di parità di genere' per la provincia di Pisa, finanziato dalla Regione Toscana" arrivano invece dal comitato Difendiamo i nostri figli della Toscana.

“Parità di genere, infatti, non ha riferimento, come qualcuno ingenuamente potrebbe pensare, alla parità tra le persone di sesso maschile e quelle di sesso femminile, ma esprime un concetto assai più ampio e del tutto soggettivo secondo il quale ciascuno potrebbe scegliere, tra le diverse opzioni immaginabili (per ora pare si sia arrivati a 34 o giù di lì) il genere in cui si identifica (o, al limite anche non sceglierne affatto…) - sottolineano dal comitato - questo è, allo stato dell’arte, l’ultimo approdo ideologico di una sinistra a corto di idee per riconnettersi con i reali problemi della gente. Un’ideologia, questa, che si nasconde dietro il linguaggio della 'neolingua' ed ha l’obiettivo dichiarato di 'destrutturare gli stereotipi' che, tradotto in soldoni, significa che gli insegnanti avrebbero il compito di 'educare' gli alunni, sin dalla più tenera età, a decidere come vestirsi, come chiamarsi, come orientarsi affettivamente, prescindendo da qualsiasi connotato di tipo biologico. Tutto ciò senza che mamma o papà, anzi 'genitore 1' e 'genitore 2', possano obiettare alcunché perché, appunto, essi potrebbero essere portatori sani di questi stereotipi, a prescindere ritenuti nocivi".

"Cosa poi c’entri questo con il fenomeno della violenza che purtroppo è in aumento nei rapporti familiari malati, non meno che in quelli tra i vicini di casa, negli stadi, nelle stesse scuole, ecc., non è dato di sapere - proseguono dal comitato - le ragioni di ciò, ci dicono i sociologi, sono assai complesse e andrebbero cercate altrove; di certo la cura non è quella che certe forze politiche vorrebbero imporre agli studenti scavalcando il diritto-dovere costituzionalmente garantito dei genitori ai quali spetta prioritariamente l’educazione dei figli".


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

No al progetto su parità di genere nelle scuole: 300 docenti contro la decisione, soddisfazione dal comitato Difendiamo i nostri figli

PisaToday è in caricamento